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III.


TITO LIVIO.


Tito Livio, famigliare di Augusto, e così grato nella casa del principe, che a lui fu affidata l’educazione del futuro imperatore Claudio, figlio di Druso, non ebbe ambizioni politiche, non coprì cariche, e visse da privato, studiando e scrivendo; fu insieme a Virgilio e ad Orazio, il terzo dei tre grandi restauratori, che aiutarono, con la penna, Augusto a ricomporre il mondo romano, disfatto dalle guerre civili. Livio nacque da una famiglia cospicua. Scrisse, come è noto, dialoghi, trattati filosofici, ed una immensa storia di Roma, dalle origini ai tempi suoi, nella quale volle trasfigurare la rudezza dell’annalistica tradizionale, adornandola e vivificandola con il colore, il calore e la pienezza fluente della oratoria greca.

Gli storici moderni sono stati severi con Livio, e non possono approvare il metodo con cui trattò le sue fonti, capriccioso, arbitrario, ed un po’ negligente, almeno alla stregua del nostro zelo nel cercare la verità. Senonchè Livio non vuol cercarla, così come