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la creazione 11


racconto e comincia a paragonare Cesare con Catone, contrapponendo a una a una le loro qualità, a membro a membro i periodi, con una straordinaria veracità e profondità di vedute; tanto che sarebbe uno scrittore ammirabile se non cercasse troppo di farsi ammirare. Le frasi corrono con gran velocità, a una a una, non più raggruppate in battaglioni compatti, e lo spirito è lanciato come su una china. Ma si sente la maniera, perchè la tecnica è invariata: quando incontra un assedio, una battaglia, una spedizione, un’azione qualsiasi, Sallustio scocca una grandine di frasine concise, ugualmente costrutte ».

Ma che forza, non ostante questo difetto! « Il suo stile cammina con una certa indifferenza sdegnosa; è stringato come quello di Tacito, pur essendo meno faticoso; è ricco come quello di Livio, ma è anche più sobrio. « En arrivant au bout d’une phrase, on est parfois frappé comme d’un coup subit; ce sont deux mots simples qui, par un rapprochement nouveau, ont pris un sens accablant »1. Metafore audaci, nascoste in un verbo, illuminano tutta un’idea. E poi una lunga e furiosa passione chiusa in una parola, una mescolanza di famigliarità, di poesia, di eloquenza, e sopratutto quegli sbalzi bruschi e potenti d’invenzione originale che piacciono più della perfezione liscia: il dono della creazione ».

Ma Sallustio non è soltanto un grande stilista; è anche un moralista ed un filosofo, il quale nella sto-

  1. Taine, Op. cit., pag. 346.