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ne degli istrumenti del lavoro a motore occulto della storia. Inteso così, il materialismo storico potrebbe essere una dottrina feconda e fare scuola, il giorno che raccogliesse intorno a sè discepoli valorosi, purché circoscritta alla storia dell’Europa negli ultimi due secoli, che sola può comportarne la applicazione. Negli ultimi due secoli la storia dell’Europa è veramente condotta da due demiurghi: le dottrine razionali della società e dello Stato, che minano sotto sotto Dio; le macchine mosse dal vapore e dall’elettricità, che minano sotto sotto tutti gli antichi ideali di perfezione. Nessuno scrittore capirà il secolo XIX, sinché non riesca a scoprire questi due demiurghi, discesi da due cieli differenti della storia, all’opera insieme e senza saper l’uno dell’altro. Il materialismo storico potrebbe studiarne con profitto uno; e quindi scoprire una parte della verità.
Senonchè questa dottrina non ha posto nè ufficio nella storia antica, dalla quale il secondo demiurgo è assente; ed è addirittura infantile di supporre che abbia potuto applicarla proprio l’autore, che ha indicato del secolo XIX e nel trapasso della civiltà qualitativa alla quantitativa, dall’ideale di perfezione all’ideale di potenza, il maggior rivolgimento della storia universale. Solo questo rivolgimento ha chiamato in terra, un paio di secoli fa, il demiurgo, che il materialismo vorrebbe presente in tutti i luoghi e in tutte le epoche; e le cui formidabili spinte e audacie e crudeltà gli uomini non conobbero, sinché la civiltà fu per sua natura qualitativa. Intorno