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tal’altro uomo d’azione. Ma allo storico servono come mezzo per conoscere ciò che l’uomo d’azione, il suo governo o il suo partito, voleva in quel momento; per capire la visione delle cose che lo guidava; i motivi che lo spinsero a quella o a quell’altra azione.

È facile ora capire la strana e contradditoria natura del documento storico, intorno alla quale tanto disputano i teorici della storia, e che i veri storici capiscono a fondo senza aver bisogno di discuterla. Tre sono le contraddizioni insite nella natura del documento storico.

a) La sopravvivenza del documento è accidentale perchè dei mezzi d’azione si conservano spesso, per servir come segni degli stati d’animo, quelli che meno servono a capire «gli stati d’animo» essenziali dai quali l’avvenimento è nato; lo storico deve invece indovinare questi stati d’animo essenziali.

b) il documento, appunto perchè è il rottame di un mezzo d’azione che non serve più, è una cosa morta: lo storico deve servirsene per intuire uno stato d’animo, che è una cosa viva;

c) il documento è sempre frammentario; da questo documento frammentario lo storico deve cercare di ricavare una intuizione di stati di coscienza quanto più gli è possibile totalitaria, indovinando quello che nel documento non c’è e non ci può essere, perchè il documento è per sua natura un frammento.

Chi tenga presente queste tre contraddizioni insite nel documento, intenderà quanto sia difficile lo scriver la storia e come ai maestri che salgono in catte-