Pagina:Ferrero - Il ritorno di Ulisse, 1941.djvu/40


35

E non mi resta più che singhiozzare
tutta la vita. Troppi guai mi opprimono.
Anche mio figlio! Ah no! Pallade, il mio
figlio non deve essere morto a questa
donna infelice! Vo’ vedergli ancora
quel suo sorriso e accarezzargli ancora
la chioma bionda e vo’ abbracciarlo ancora
come una volta! Ah! Ch’io non dica: «E’ morto!»
Dimmi dov’è! Dimmi che puó tornare!
SEMICORO
Regina, le gote rosate
che sembran dolcissime pesche
cidonie, ti stan diventando
e roride e pallide e livide.
SEMICORO
Perchè disperarti? Sei giovane,
non pianger, sei bella. Puoi scegliere
un altro consorte, fra i principi
di Samo, di Rodi, di Tracia.
PENELOPE

(sale al Tempio. Si vede un momento la sua figura bianca sui gradini. Le porte si aprono ed ella entra seguita da alcune ancelle. Si sente ancora come l’eco dei suoi lamenti)


E pure tutto è taciturno, e solo
rompe il silenzio il mio amaro singhiozzo.

(le altre ancelle rimangono fuori e guardano ansiosamente le porte richiuse)