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O straniero, l’hai scampata bella!
Se non giungevo a tempo, ti squarciavano,
chè queste bestie hanno i canini aguzzi!
ULISSE
Grazie, pastore.
EUMEO
Ospite! hai visto: sono
povero e cucio poveri calzari
e di commesse travi è la mia casa.
Io l’ho costrutta e le ho donato un tetto.
Ma ti offriró quel che posso. Avrai fame
e sonno, o vecchio, e rotte l'ossa: siedi
qui sulla porta. E dimmi i tuoi malanni.
(entra nella capanna. E ne esce dopo un momento con una tavola rozza e un piatto di carne e un amistide di vino. Ulisse siede sul tronco d’albero)
Saziati e mangia a tuo piacere e quanto
c’è vino, bevi.
ULISSE
Ah, tu sei caro ai Numi!
(comincia a mangiare)
EUMEO
Sacri per me son mendichi e stranieri.
Ma morto è il Re. Nella sua casa i Proci
voglion avere la Regina e il regno.
Il Re fu ricco e come un Dio donava.
Ma non tornó dalla funesta Troia:
e vive malamente il suo porcaro.