Pagina:Ferrero - Il ritorno di Ulisse, 1941.djvu/28


23

ATTO I



(Ulisse dopo un momento si rialza di nuovo, svegliato, e travestito da mendicante, con una bisaccia sulle spalle, curvo, bianco e rugato. E guarda con stupefazione e con gioia la sua bella terra).

Itaca, terra mia! Vedo lo speco
e l’opaco di fronde antro ridente
ove sgozzai sui fumiganti altari
capre alle Ninfe; ed ecco l’alto Nérito
monte, e il porto di Fórcine, e il fronzuto
olivo torto che gli sorge in cima.
Soltanto Ulisse è un altro Ulisse, ormai!
Vecchio, canuto ed acciaccato, curvo
sopra un bastone, con gli occhi cerchiati,
torna l’Eroe. Gran trionfo, nei lunghi,
brulli, nebbiosi e desolati inverni
sognato, in mezzo ai taciturni Eroi
giacenti al freddo nelle notti eterne!

(si sente lontana la canzone dei Proci)

«Ulisse, guarda com’è bello il mare,»
«io ti consiglio di gettarti a mare,»
«ci son tante mai cose da guardare!»