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e i lébeti di bronzo! E le ricchezze
tutte, e l’avorio e le verghe d’argento;
tutto m’han dato e tutto m’han lasciato!
Anche il mio remo! L’ultimo ricordo
del navalestro naufragato! Oh, un passo!
(entra una fanciulla)
ULISSE
(alla fanciulla)
Vieni, fanciulla pia. Dimmi, chi sei?
Che mare è questo? dove sono? E quale
è il nome della terra? E chi governa
gli uomini?
LA FANCIULLA
(fa dei gesti dì meraviglia)
Vecchio, m’hai fatto stupire:
tu non conosci questa terra? Eppure
ha molta fama e tutti l’hanno vista,
gli uomini che vengon dal tramonto,
quelli del giorno, quelli della notte.
E’ un’isola montuosa e malamente
vi si cavalca e poco mare invade.
Pure vi cresce grano, e saporosa
uva, e giovani forti e grandi eroi.
La bacia ogni mattina la rugiada,
le capre e i buoi vi pascolano bene.
E le sorgenti son perenni, e immensa
fama le diede al inondo il Re Odisseo.
ULISSE
(con voce tremenda)
Che intendi? E’ forse?...