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non credo niente di quello che dite,
correte.

(movimento di sorpresa nel pullulio nascosto)


              Via questa calunnia! Ohè!

(i fauni scappano furiosamente)


Iride, questa volta tu non hai
mentito. Tu sei troppo buona,
troppo bella per mentirmi
un’altra volta, sulla soglia.
No Iride, tu non mi ameresti più.
Io non sarei più
il tuo Arco. Sarei
un altro. Iride, lasciare
questa bellissima terra!
Ma non vedi com’è bella!
No, non puoi vederla,
perchè sei Dea.
Oh! Quando penso che non potrò più
vedere la bellezza della terra!
No. Avrò sempre quel rimpianto; e il canto
lontano d’una frotta che ritorna
giù per i greppi al casolare basso.
E il frascheggiare delle foglie morte,
e il rombo vago della notte, già
vicina, ed il cantare della luna
di plenilunio e l’abbaiar dei cani
nella nottata e il disco della notte
che balza leggermente sulle nuvole.
Tu non conosci il tremito di gioia
della lucente aurora, ed i tramonti
un po’ lontani, rosseggianti a fiotti