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Ma insomma! Cantan sempre: Ohè! Ohè!

(imita i fauni)


Ma bene sai... E poi... E poi... E poi...
IRIDE
Quei brutti fauni t’hanno ubriacato,
tu non capisci più quello che dici!
tu non mi vedi, io sono la tua Iride,
la tua divina amante!
ARCO
         Già, la mia
divina amante! Eh! Arco, l’aedo,
ha una divina amante! Iride, dea
dei tre... no, quattro... no, sette colori!
Io me ne sento tutto colorato,
Quanti colori! Di quanti colori;
Colorato! Colorato! Colorato!
IRIDE
Quei brutti fauni t’hanno ubriacato.
Vedi, c’è il sole, e siamo nel boschetto
dell’ultimo convegno, ed è la cetra
del tuo cantare questa che tu guardi.
Suona armoniosamente
come la cetra d’Apollo
perchè io l’ho baciata!
Guarda come splende il plettro mordace
perchè io l’ho aguzzato
con gli occhi! Senti le sette corde?
Non ti vien voglia di tentar le torte
minuge? E suonare e suonare
all’infinito come il vento tra le
canne supine, il vento maestrale