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poète malade et décadent et deux types de femmes autour de lui, je me rapprocherai beaucoup de votre genre d’art, sans oser, d’ailleurs, vous égaler; et c’est une des raisons pour lesquelles j’ai été frappé en lisant votre Martine.»
La trama del «Ritorno di Ulisse» è quella dell’Odissea, ma egli ce ne dà una concezione moderna. I personaggi sono gli stessi, ma visti, sentiti, presentati in modo nuovo. Nuova la figura di Penelope, descritta non come un’assennata matrona, ma come una deliziosa Nora di Casa di bambola, che, pur amando solo Ulisse, cinguetta con tutti. Nuova la vecchia nutrice brontolona, che rimprovera a Penelope la sua leggerezza, che odia i Proci, che rimbrotta le ancelle pei loro frascheggiamenti, ma che si affatica perchè la reggia resti in ordine perfetto, perchè davanti ai Proci sia sempre la solenne e degna reggia di Ulisse. Nuova la figura di Ulisse, che ama e soffre così modernamente.
La prima scena in cui Ulisse ritrova la sua terra, la bacia e piange di gioia; le scene successive in cui si scopre a Telemaco e Penelope, che rimangono interdetti, disorientati di non dover più aspettare; l’ultima scena in cui Ulisse avendo tutto quello che ha sognato per tanti anni si sente infelice e piange sul seno di Penelope che per la prima volta riprende la sua funzione di consolatrice e ridiventa la Penelope antica — , rendono drammaticamente le conclusioni psicologiche di Leo: «le nostre emozioni rispetto alla realtà non sono mai quelle che ci si immagina a priori: «l’uomo non gode che quello che non ha o sa di dover perdere, si abitua all’instabile come allo stabile ed è sconcertato dalla gioia come dal dolore.
Questa dunque la trama, la storia, lo scopo di questi drammi giovanili che presenta ai critici, ai lettori, agli studiosi di Leo, a loro affidando di trovare alla favola dei sette colori un musicista che voglia musicarla, e a Ulisse un teatro che lo rappresenti
La mamma Di Leo.