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intorno a me, con attenzione, e sempre
me le ricordo e ne faccio tesoro...
Ieri t’ho visto col porcaro andare
verso la reggia per la grande strada.
Presso la porta c’è una barca d’arido
fimo cosparso di seccure. E il vecchio
cane d’Ulisse, ch’era un forte cane
e nella caccia il più veloce, ai suoi
tempi, Argo, dico, Argo, malato e zeppo
di parassiti, e con l’orecchia giù,
che gli marciva, e con le occhiaie liquide
di lungo pianto e senza vista, il povero
Argo che tutti legnavano, quando
scodinzolando si ravvicinava,
e da dieci anni giaceva sul fimo,
Argo si mosse, ti guardò coi morti
occhi, balzò, scosse la coda e quando
gli fosti presso, guaiolando cadde
morto sul fimo. E io pensai: che strano
ospite è questo per cui muore un cane,
e solo un cane riconosce!
ULISSE

(commosso)


                                               O buona
nutrice, il cane l’ho veduto quando
ero bambino e son passato in Itaca...
EURICLEA
Io so un segreto che nessuno sa.
Ulisse aveva un segno nella coscia
fatto dal dente di un cinghiale!