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MELANZIO
Che latri, cane carico di zecche?
Zitto, o ti imbarcherò sopra una nave
lungi dalla serena Itaca, e schiavo
ti venderò, con un piccolo guadagno!
Cosí il Dio del sonante arco d’argento
Telemaco uccidesse, o massacrato
fosse dai Proci, come ad Odisseo
non sorgerà della tornata il giorno!
Dormi tranquillo, e fa beati sogni!
(gli dà un calcio)
MELANTO
Andiamo via!
(escono)
ULISSE
(solo)
Sanguina a tutti i mali,
o grande cuore. Hai conosciuto il mondo
e gli uomini del mare e della terra,
e i morti t’hanno detto il tuo futuro,
e a te soltanto il mistero universo
hanno cantato le sirene azzurre.
Hai riso al riso della morte, e pianto
al pianto della vita, unico cuore.
Forse credevi aver sofferto in tutte
le sofferenze: ora l’hai visto, o cuore,
c’è ancora un male per cui non hai pianto!
(entrano Penelope, due ancelle che recano un bacile d’acqua ed Euriclea)
PENELOPE
Vengo a parlar d’Ulisse, o forestiero.