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vista della verità, deve essere pubblicabile e tale che papà possa prenderne apertamente la responsabilità; occorre un avvocato esperto».
Venti volte la lettera va da casa all’avvocato, dall’avvocato a casa. Nessun articolo di papà ha costato tanta fatica quanto questa lettera.
«Non si tratta di un’intervista diretta, ma di un’intervista di un agente con un giornalista americano. Nel corso di questa intervista sono citati brani staccati di lettere appartenenti a momenti diversi in cui del resto non si parlava del fascismo, ma semplicemente del passaporto». La lettera finiva dicendo quale impressione avrebbe fatto all’estero di vedere che una oscura intervista di cui nessuno si sarebbe occupato se i giornali italiani non le avessero dato rilievo, aveva potuto provocare il pandemonio che aveva provocato.
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