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prodromi al diario

sero poi negare i permessi di soggiorno non era neppure concepibile.

Certo la vita non è mai stata facile per gli esuli, nè era agevole per gli intellettuali all’estero trovare un lavoro intellettuale. Ma restava tuttavia ad essi la risorsa di trovarsi un lavoro manuale, e così fecero parecchi, Rossetti e Schiavetti in testa, professore il secondo, ingegnere, medaglia d’oro il primo, che divennero tipografi in Francia.

Ma dopo il presunto attentato più niente. Gli italiani anche afascisti furono letteralmente chiusi in una gabbia di filo spinato, furono tolti i passaporti, e uscire dall’Italia divenne un reato che poteva costare la vita.

In quel tempo Leo cominciò a scrivere il suo diario, che faccio precedere e seguire da due lettere ad amici, le quali riassumono meglio ancora del diario stesso il suo atteggiamento dinanzi agli avvenimenti.


GINA FERRERO LOMBROSO