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prodromi al diario

tevano ai fascisti di fare quanto loro pareva comodo contro gli antifascisti, senza alcuna limitazione legale.

Prima del presunto attentato vi era una censura rigorosissima; i giornali uscivano qualche volta lardellati di bianco, le sedi dei giornali antifascisti e il loro macchinario erano continuamente esposti ad assalti e distruzioni, i giornalisti antifascisti correvano il rischio di essere bastonati, olioricinati, mandati in un altra città o anche all’altro mondo, ma i giornali d’opposizione esistevano ancora, e se le squadre fasciste li bruciavano, numerose copie arrivavano ancora a destinazione, e vi erano ancora dei giornalisti che potevano esprimere le proprie idee.

Dopo, i giornali antifascisti furono soppressi, i giornalisti liberi furono mandati al confino o processati «per pederastia o per truffa».

Prima di questo attentato, se i giornali d’opposizione erano censurati vi era an-


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