abbandonare l’Italia. Tutto questo naturalmente lo sapemmo alcune settimane più tardi. Sapemmo però, il terzo giorno dopo il processo, che la casa dei Rosselli, amici carissimi di Leo, era stata devastata: pianoforte, quadri, statue rotti a martellate, libri, mobili bruciati. Questa devastazione, che Leo vide il giorno dopo, era impressionante; e non meno impressionante fu in seguito uno spettacolo di miseria morale, quando amici, professori, studenti, giornalisti, che avevano ossequiato Salvemini in tribunale, si affrettarono a smentire a uno a uno di averlo mai visto, conosciuto e approvato!
Per fortuna Leo non ebbe ad essere spettatore dei tragici eventi del 29 settembre dello stesso anno (era andato soldato il 1° settembre) quando furono in maniera orrenda ammazzati l’avvocato Consolo e l’ingegnere Pilati: col quale eccidio Leo pensò più tardi di aprire il suo romanzo sull’Italia nuova.