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prodromi al diario

spedale, dove dovettero restare chi cinquanta, chi novanta giorni, senza che agli assalitori venisse infitta alcuna punizione.

Restava Salvemini sempre dentro il Tribunale. Gli uscieri insistevano perchè uscisse. Il Questore lo sconsigliava dal tornare nella sua casa e il proprietario ne lo scongiurava: «Le Camicie nere si erano appiattate al terreno della casa, con delle bombe, pronti a scagliarle non appena Salvemini fosse entrato».

Salvemini telefonò al direttore della prigione perchè lo riprendesse. Il direttore rispose che non poteva farlo senza ordini. Accettò però di mandarlo a prendere col carrozzone delle prigioni e di tenerlo fino a mezzanotte. E così fecero. A mezzanotte Salvemini uscì e accettò l’ospitalità che i Rosselli gli avevano offerta; e questo gli salvò la vita poiché per tre giorni le Camicie nere lo aspettarono a casa sua.

Sempre di notte, dopo tre giorni egli partì per Napoli dove fu ospite di Giustino Fortunato, il quale lo accolse nella sua villa di Sorrento. Di là Salvemini potè poi


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