grafie artistiche esposte in un album. Erano soli. Ad un tratto sbuca da una porta un giovane e con voce terribile comincia a inveire contro il fotografo: «Tu fai la propaganda antifascista con la signora — grida al padre. — Non credere perchè io sono tuo figlio che tu possa continuare a far ciò impunemente. Quando si tratta della patria se il nemico è il padre è doveroso non aver riguardi per lui». La signora sbigottita interviene: «Le giuro, le giuro che discorrevamo di arte; guardi l’album, esso deve esser aperto sulla fotografia della Dina Galli; facevamo confronti fra la Galli e la Grammatica». Il giovane fascista si rabbonisce. La signora esce. Trova nel corridoio al buio il fotografo padre che la ringrazia piangendo.
X. dice che gli han fatto firmare una carta per le onoranze a Volta. Al fondo, in caratteri minutissimi c’era che questo equivaleva alla richiesta della tessera del partito che egli aveva rimandato.