gradazioni ed echi, che non è piccolo acquisto in una lingua, e che Leo estese rapidamente dall’italiano al francese e all’inglese.
Il Leonardo o dell’arte (Ed. Buratti, 1929) preceduto da uno studio del Valéry su Leonardo e i filosofi, è una ricerca, compiuta attraverso il Trattato della pittura, del principio estetico di Leonardo in rapporto agli altri artisti del Rinascimento. Mentre per gli altri artisti il quadro doveva essere una imitazione della natura, veduta come opera d’arte in se stessa o pittura in profondità, per Leonardo il quadro doveva essere continuazione e commento della natura, nel quale fosse presente quella medesima legge di necessità o del minimo mezzo, operante nella vita. Esaminata la differenza tra il bello nel vero e in arte, e il criterio del giudizio estetico, Leo mette acutamente in luce l’idea centrale del Trattato, secondo cui la superiorità dell’arte sul vero è risposta in ciò che la natura è un infinito ottenuto con mezzi infiniti, mentre l’arte è un infinito ottenuto con mezzi finiti. Ma a prescindere dalle sue stesse conclusioni teoretiche, questo studio è interessante per il rigore ostinato con cui è condotto, per i concetti chiarificatori che contiene e per l’intellettuale amore