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essere arrivato il primo, se avessero usato di mezzi più potenti che gli altri concorrenti?

In tutti i nostri giudizi noi sottintendiamo i «mezzi» coi quali un’opera d’arte è stata fatta, e noi ce lo spieghiamo grazie a una legge estetica: «il piacere»1


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Anzichè credere che molte cose gli sian venute per istinto io comincio a credere che di infinite cose, ben pensate perchè diano un certo effetto, noi non ci rendiamo più conto.

Non bisogna ribellarsi alla parola «metodo», perchè nessuno scrittore è mai stato così metodico, come Dante. La sua grande arte è in questo, che non ce l’ha lasciato più vedere che in quelle parti formali in cui era bene vederlo.

Del resto il metodo ha successo in quanto ci fa provare la sensazione che Dante vuole e gli serve di norma per dire quello che vuole lui, con chiarezza.

Nessuno di noi immagina, che, come risulta dall’ultima epistola, quel canto è diviso a quel modo per obbedire a quelle regole del metodo.

  1. Nel libro: «Leonardo o dell’Arte» l’autore ha lungamente svolto questo concetto. Egli scrive: «Noi ammiriamo un’opera d’arte, in quanto ci meraviglia l’effetto raggiunto con mezzi limitati»..

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