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turainterna. Ma come si riuscirà a renderla perfettamente — come linea — se non si sa a che cosa quelle ondulazioni corrispondono? Qualunque ombra potrà alterare all’occhio la proporzione giusta di una gobba o di una valle. Tanto più larga quindi è la nostra attività, tanto più larga e vasta la sorgente delle nostre osservazioni, tanto più numerose sono le associazioni di idee e più vasta l’opera.
RIME
Non è senza riflessione che il poema è in rime. Noto che i versi legati in qualche modo da rima possono essere meno perfetti che degli endecasillabi sciolti, senza che infastidiscano l’orecchio, perchè la rima attira su di sè tanta parte dell’attenzione che il resto si inombra.
«Deh, se miseria d’esto loco sollo
Rende in dispetto noi e i nostri prieghi
3— cominciò l’uno — e il tinto aspetto brollo.»
Inferno, XVI, 28-30
«Ed io m’innamorava tanto quinci,
Che infin a lì non fu alcuna cosa
3Che mi legasse con sì dolci vinci.»
Paradiso, XIV, 127-129
«Se io avessi le rime ed aspre e chiocce»
Inferno, XXXII, 1
Le cercava dunque le rime con due consonanti. Vedi i ritmi di cui parla nelle Epistole.
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