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tano dal di fuori: quasi che esso potesse scendere nell’artista come la pioggia cade sulla terra. Questo stile bisogna cercarlo tenendo conto di un principio fondamentale, che cioè non si deve semplicemente candidamente esprimere quel che si sente: ma far sì che quello che si sente venga sentito, allo stesso modo, con la stessa forza, da un essere qualunque che è al di fuori di noi: questo essere è il pubblico.

Tutti gli artisti creano per questo essere che è al di fuori di loro: il problema più solenne e struggente è d’arrivare a far sentire a quest’essere con la maggior esattezza possibile i sentimenti che ribollono in loro, conservando a questi sentimenti, catturati nelle parole, quell’umidità che avevano prima di essere detti, e alla passione generale che li ha ispirati quel misterioso alone che qualche volta trema per il godimento degli spiriti più delicati in una musica irragionevole.

Ora non tutta la sostanza che è in noi, tradotta alla lettera, diventa sostanza poetica, cioè sostanza sensibile agli altri; perchè gli altri la godano come noi la sentiamo bisogna trasformarla, sceglierla, in modo che acquisti la sua propria esistenza.

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