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«Che parve fuoco dietro ad alabastro....»

Paradiso, XV, 24


«Ed io facea coll’ombra più rovente
Parer la fiamma....»

Purgatorio, XXVI, 7-8


«E come questa immagine rompeo
Sé per sé stessa, a guisa d’una bulla,
3Cui manca l’acqua, sotto qual si feo....»

Purgatorio, XVII, 31-33


Non altrimenti il fisico con lo stereoscopio ci fa vedere le figure in rilievo con l’immagine presa dall’occhio destro e dall’occhio sinistro.


PROUSTISMI

Trasportate questa esattezza nel dominio dei sentimenti e avete veri proustismi. Per il fatto che il Proust si attarda così lungamente su un atto o una sensazione si chiama oggi «proustiano» lo scrittore che si dilunga in descrizioni inutili, che raccoglie in un elegante periodare impressioni vaghe, che si ferma a mezzo per descrivere dettagli che stavano per sfuggir via senza che si desse loro importanza, che fa una raccolta di gemme che hanno una bellezza ognuna per sè. Questi letterati sono molto lontani da Proust. Essi per amore del nebbioso e del vago cercano di sfuocare le sensazioni semplici, di annebbiarne i contorni, con delle frange di atmosfera che le imbevono ad un

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