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«... i pensieri e chinati e scemi»

Purgatorio, XII, 9


«... alza le vele
Ormai la navicella idei mio ingegno»

Purgatorio, I, 1


«Come si frange il sonno

Purgatorio, XVII, 40


«Gli occhi miei ghiotti andavan pure al cielo

Purgatorio, VIII, 85


Coraggiosissime. Che cosa ne avran detto i contemporanei?

«Come, per sostentar solaio o tetto,
Per mensola talvolta una figura
3Si vede giugner le ginocchia al petto,
La qual fa del non ver vera rancura
Nascere in chi la vede...»

Purgatorio, X, 130-134


Dante ammetteva dunque che l’arte ha qualche volta una potenza suggestiva maggiore che la realtà.

«Morti li morti, e i vivi parean vivi»

Purgatorio, XII, 67


Una prova che ai tempi di Dante l’arte si proponeva l’imitazione della natura — e più s’assomigliava a natura, più pareva perfetta.

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