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Con questa tecnica Dante riesce a darci un vero dramma in quattro versi:
«Ricorditi di me, che son la Pia.
Siena mi fè, disfecemi Maremma;
3Salsi colui che inanellata pria,
Disposato m’avea con la sua gemma»
Purgatorio, V, 133-136
Come nel teatro, abbiamo nella Divina Commedia figure segnate solo con dei gesti:
«All or si volse a noi, e pose mente,
Movendo il viso pur su per la coscia,
3E disse: «Va su tu, che se’ valente.»
Conobbi allor chi era....»
Purgatorio, IV, 112-115
episodi a base di suggestioni, di movimenti:
«Vêr me si fece, ed io vêr lui mi fei.
Giudice Nin gentil, quanto mi piacque,
3Quando te vidi non esser tra i rei!»
Purgatorio, VIII, 52-54
«....E l’ombra, tutta in sè romita,
Surse vêr lui dal luogo ove pria stava,
3Dicendo: «O mantovano, io son Sordello,
Della tua terra.» E l’un l’altro abbracciava.»
Purgatorio, VI, 72-75
La drammaticità degli episodi è rinforzata dalla intuizione, di cui Dante riveste quasi tutti
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