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a questo mistero una spiegazione ragionevole, e non ammettendo che altri abbia qualità umane che essi non hanno, cercano di togliere al poeta ogni merito e serietà concedendogli delle ispirazioni divine).
In verità le immagini, come tutto il materiale, vengono ai poeti che le cercano.
Ora, per riuscire a condensare nel suo poema una così varia, profonda e splendente moltitudine di immagini, Dante aveva dovuto orientare a questa continua ricerca tutto il suo intelletto, da mane a sera, fino a trasformare questo orientamento, provocato dalla volontà, in un istinto irragionevole. Perchè nessuna persona sensata può credere che immagini di quella mole gli venissero a tavolino, al momento buono, e con tanta abbondanza.
Ma non è nemmeno lecito supporre che un poeta istradato a trovare, non solo nelle cose naturali, ma anche nei fuggitivi impalpabili moti del pensiero, perennemente immagini, orientato a vedere in ogni aspetto della realtà quello simbolico, e in ogni faccia del mondo un senso di schiavitù artistica ai suoi concetti personali, per associazione di idee non sia arrivato a concepire un’immagine che non aveva ancora la cosa relativa nella sua mente, e, se l’immagine lo seduceva, a trovargliela.
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