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Un esempio di stilizzazione in grande è il Bizantinismo, fiorito in Italia specialmente nel V e VI secolo. Se guardiamo i mosaici di S. Apollinare nuovo, saremo colpiti da quelle due lunghe processioni di Martiri e Vergini, tutti simili nel vestito, nelle pieghe, nell’espressione trasognata del viso, che porgono tutti lo stesso oggetto e suscitano, come dice il Muller, l’impressione di cosa che non finisce mai, immutabile, eterna.

Ora il Bizantinismo, come si può facilmente dimostrare, è un’arte decadente, perchè è la derivazione dell’Arte Ellenistica, che era decadente. Gli uomini sono visti tutti nella stessa maniera, e di tutto l’uomo è considerata una parte sola; il vestito. Quelli non sono uomini coperti da un vestito, ma vestiti ripieni di uomo. Tutti gli occhi hanno la stessa espressione, tutte le pieghe sono simili. Non ho mai visto nessuna piega e nessuno sguardo così, nella realtà. Nel VII e VIII secolo, tutte le figure, portando agli ultimi limiti i principi dell’arte bizantina, diventano così stilizzate che in un evangelario anglo-sassone si trova scritto sopra un disegno IMAGO HOMINIS — per non fraintendere. Le stesse parti di una figura si trasformano in ornamentazioni calligrafiche. Le pieghe del S. Matteo — nel magnifico vangelo di Lin-


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