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tempo di Dante è qui rispecchiato in modo fresco, vivo, moderno. Vi troviamo:


immagini facete:

«Onde Beatrice, ch’era un poco scevra,
Ridendo, parve quella che tossio
3Al primo fallo scritto di Ginevra»

Paradiso, XVI, 13-15


«Allor fec’io come color che vanno
Con cosa in capo non da lor saputa,
3Se non che i cenni altrui suspicar fanno;
Per che la mano ad accertar s’aiuta,
E cerca e truova, e quell’ufficio adempie,
6Che non si può fornir per la veduta.»

Purgatorio, XII, 127-132


immagini prosaiche:

«Non altrimenti i cuochi a’ lor vassalli
Fanno attuffare in mezzo la caldaia
3La carne con gli uncin, perchè non galli.»

Inferno, XXI, 55-57


scene mondane:

«Donne mi parver non da ballo sciolte,
Ma che s’arrestin tacite, ascoltando,
3Fin che le nuove note hanno ricolte.»

Paradiso, X. 79-81


«Come si volge con le piante strette
A terra ed intra sé donna che balli,
3E piede innanzi piede appena mette»

Purgatorio. XXVIII, 52-54

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