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d’imitazione che può unire soltanto nello spazio, deve in tutto rinunziare al tempo, le azioni progressive, in quanto progressive, non appartengono ai suoi argomenti, ma essa deve accontentarsi delle azioni coesistenti e di soli corpi che facciano supporre dai loro atteggiamenti un’azione». Questi limiti, che mi paiono definiti molto ragionevolmente, non sono mai stati meno osservati. Ne dovremo riparlare un po’ più in là con maggiore diffusione.
Ma un altro difetto grave della nostra epoca è l’assoluta mancanza di una regola per giudicare il bello e il brutto. I principî su cui si basa l’estetica moderna variano coi quarti della luna. E sono tutti ferocemente assoluti e particolari, con la pretesa di essere universali. La stessa opera è giudicata bella con un metro, e brutta con un altro metro. E questa civiltà, che per misurare le stoffe è riuscita a stabilire il sistema metrico decimale unico per tutto il mondo, al posto delle innumerevoli misure del tempo antico, è anche riuscita a stabilire innumerevoli misure, al posto dell’antioo e unico metro, quando si trattava del bello e del brutto.
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Ho udito taluni, senza capirli, sostenere che un artista è isolato nel suo mondo, e
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