Pagina:Ferrero - Appunti sul metodo della Divina Commedia,1940.djvu/221



Nutrice: «O day! O day! O day! O hateful day!»

. . . . . . . .

Paride: «Beguil’d, divorced, wronged, spited, slain!»

. . . . . . . .

Paride: «O love! O life! - not life, but love in death!»

Capuleti: «Despis’d, distressed, hated, martyr’d, kill’d!»

Quando poi entra Pietro che vuole dai musicisti una musica allegra il contrasto diventa sconcertante. Qui c’era la stoffa per una bella scena. Ma invece è fatta in modo incomprensibile. Pietro domanda una musica allegra perchè ha il cuore pieno di dolore; (è del resto già strano che la domandi, in una situazione così delicata), ma poi si mette a dir le solite spiritosaggini con l’aria più indifferente del mondo. Allora non è pieno di dolore. Sarebbe stato bello far vedere l’indifferenza della gente, ma non l’oltraggio dei servi al dolore comune, ficcato lì dopo un’affermazione di tristezza che disorienta. Che cosa ha voluto dire qui? Pietro è triste o allegro?

Questo atto, come composizione, salvo due scene assolutamente inutili, anzi dannose, fila abbastanza bene.


205