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Ma non c’era bisogno di scrivere una scena apposta per far vedere che Giulietta, obbedendo ai consigli del frate, fingerà di accettare il matrimonio. Lo aveva già detto: vedi scena IV del III atto, e scena IV del IV atto.

SCENA III — Grande monologo di Giulietta sola, prima di bere il sonnifero, veramente drammatico. Ma perchè romperlo con la

SCENA IV — fra Capuleto e servitori e la nutrice che vegliano ai preparativi delle nozze.

SCENA V— Capuleto coi servitori prepara la sala per le nozze.

Non è solo inutile, ma disturba il filo della tragedia e la inzeppa. Chè bisognava proprio far vedere Capuleto che mette i piatti in tavola, e i suoi servi che dicon delle scempiaggini? Si potrà dire che c’è per il contrasto. D’accordo, ma come si può sospendere la scena di Giulietta, bruscamente, spiattellare due freddure di cattiva lega, poi riprenderla nella scena VI. Bisognava finire con la V, o continuare. Qui la tirata della nutrice che trova Giulietta morta è molto buona. Crescendo di inquietudini che vuol autocalmare con pensieri allegri o volgari. Non vuol rendersi conto della morte che all’ultimo, benché ne abbia presto avuto il sospetto. E mi-


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