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Anche qui scena assolutamente inutile. Non c’era bisogno di fargli scavalcare il muro anche dal di fuori. Tanto più che questa scena è una ripetizione della prima, anche con le stesse frasi, «la benda d’amore», ecc. e con le stesse persone, più o meno.

SCENA II — Romeo e Giulietta alla finestra si dichiarano l’un l’altro il loro amore.

La prima tirata di Romeo a Giulietta alla finestra è elegante ma è grottesca quella risposta inconscia di Giulietta: «Ay me!» a cui Romeo controrisponde: «She speaks; o! speak again...» e continua con un lungo discorso tutto ispirato a quel «Ay me!». La paragona tra l’altro a un angelo il quale «sails upon the bosom of the air», paragone mobilissimo che non si addice a una Giulietta immobile alla finestra.

Mi piace molto la tirata di Giulietta, sul «nome» il quale non è la persona. «What’s in a name? that which we call a rose By any other name fould smell as sweet.» Ma è assolutamente ridicolo che questo discorso sia detto «tra sè» e che ci sia proprio Romeo a sentirlo. Perchè non glielo fa dire a Romeo direttamente? Cos’è questo pensar forte che alle volte si sente e alle volte no?

E poi la scena, come intercalamento di un dialogo perduto nella confusione, è fatta ben

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