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mente letteraria, è la chiave del mistero di Jean e di Tiburce. Per questo io credo che le Mariage d’Hamlet abbia una grande importanza dal punto di vista critico. Anche Jean e Tiburce hanno una linea da seguire e cercano di risolvere il loro dramma nel modo più armonioso e sorprendente, come se conoscessero già l’ultimo atto, e volessero morire en beauté. Dicono le battute d’effetto con eccessiva chiaroveggenza e le calcano un poco, per timore che passino inosservate e per far capire che si rendono conto del loro peso. E come troviamo un pazzo che sa di essere pazzo e si diverte a dirlo, con la ingenua gioia di far colpo negli uomini savi, così troviamo dei personaggi che si ricordano di avere una missione scenica, psicologica e sentimentale, e, d’un tratto, svelano attraverso le loro espansioni sorgive un lungo studio e il dramma si svolge delicatamente come un arabesco.
Isolato e un po’ sibillino ci appare Jules Romain. Dall’Armée dans ta Ville fino al Mariage de M. Le Trouhadec, troviamo la solita preoccupazione unanimista, che riempie anche i romanzi e le novelle di questo grande scrittore.
Ma nell’ultima commedia, la comicità nutrita di grasse e rabelaisiane oscenità, che non apparivano in commedie come Knoch e Amédée, va diventando un problema letterario di curiosa
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