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e disseminato studio psicologico, a volte vuol sostituirsi ai trattati di divulgazione scientifica o filosofica, dimostrando delle tesi sociali.
E noi diciamo invece: il teatro deve restare teatro, e rispettare i limiti che ne fanno qualcosa di speciale e di inimitabile. Se uno scrittore vuol intraprendere uno studio psicologico con metodo analitico, seguendo a passo a passo il suo personaggio dall’origine fino alla conclusione del dramma, allora scriva un romanzo.
Perchè il teatro è l’arte suprema della sintesi e della suggestione. Non si deve mai dichiarare tutto. La parte più interiore e quindi l’essenziale dei sentimenti e dei caratteri non può essere espressa con parole. Deve essere suggerita.
Così non bisogna seguire tutte le vicende di un dramma minutamente, ma scegliere nel dramma certe situazioni che riassumano in sè l’introduzione e la continuazione. Il teatro è una tecnica di scorci. Solo alcuni personaggi e certe scene devono essere sviluppate nella loro interezza, e non possono risaltare che se gli altri personaggi e le altre scene sono appena illuminate, come in un quadro di vasta composizione alcune figure centrali raccolgono intorno la moltitudine digradata con arte. Per questo noi non prediligiamo quelle opere che, anche se il soggetto non lo richiede, sono sviluppate a frammenti staccati e numerosi, e si svolgono se-
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