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che di queste ricerche, e della sua bravura a trovare dei piccoli fatti, invisibili, che spalanchino le finestre dell’invisibile. Nota, che dico dell’invisibile; ma che avrei ragione anche di dire dell’incosciente.
CLAUDE. — Scusa; ma quando il cinema ti permette di vedere, tutto a un tratto, un particolare, buttandotelo addosso, ha trovato un’ombra?
GIOVANNI. — Certo, perchè ha messo in rilievo e reso immobile, isolandolo dal resto, un particolare che non si sarebbe visto, se fosse rimasto quello che era, la parte di un tutto. Far vedere un particolare è alterare profondamente la verità; perchè noi non riusciamo mai, nella vita, a guardare qualcosa indipendentemente dal suo tutto. Possiamo mettere anche questo sul conto delle ombre. Ma per un romanziere, l’interessante, al cinema, è di vedere in che misura, con dei mezzi limitati, come la figura di un attore, le sue possibilità di mimica e delle azioni, si riesca a costruire un carattere — e cioè a dipingere un uomo in modo che si immagini in tutte le circostanze della vita. E’ evidente che tutto dipende dalla bontà dell’attore. Ma se l’attore è buono, un carattere può esser costruito, con la stessa forza con cui lo costruisce un romanziere, e con dei mezzi minimi. Io ho visto
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