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suo; quando è fatto con intelligenza, s’intende. Questo suo mestiere è abbastanza nuovo, per quanto abbia degli imprevedibili e inconsci antecedenti, appunto nella letteratura romanzesca.

CLAUDE. — Scusa; ma tu da una parte mi dici che il cinema ha una tecnica sua, che è assolutamente diversa da quella del romanzo; dall’altra che il romanzo deve studiarla; e finalmente, con l’aria più naturale del mondo, mi insinui che questa tecnica è già stata adoperata da qualche romanziere. Ma che maniera di ragionare è questa? Io, in base a tali premesse, concluderei che, se la tecnica del cinema è la stessa del romanzo, il cinema non è che una caricatura, o ripetizione del romanzo, ed è un’arte di second’ordine; se è assolutamente diverso, il romanzo, che ha le regole sue, non può giovarsene senza mettersi nella stessa posizione, in cui si metterebbe il cinematografo, se imitasse il romanzo; se poi c’è stato qualche romanziere che ha posseduto la tecnica cinematografica, per tutto quello che s’è detto dovrà essere un cattivo romanziere.

GIOVANNI. — Che dilemmi! Non ti riconosco più. Di solito eri più gran signore. Dunque, ragioniamo: c’è del vero in quello che dici; ma nella realtà si trovano degli accomodamenti. Cominciamo a tirar fuori dal mistero in cui l’ho

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