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aspetto della vita ricostruito per pura suggestione; l’illusione medesima per cui un mondo ci appare completo quando, in pratica, non è che in abbozzo.

Questo piacere, ridotto alla sua forma elementare, l’hanno provato tutti dinanzi a certi cartelloni, in cui è sfruttato largamente il compiacimento che prova l’uomo a illudersi.

Ricordo d’aver provato un’infantile, istintiva e barbara gioia dinanzi a un frack assolutamente nero, ove per via di non so che suggestione di forme e di contorni l’occhio immaginava tutte le linee del braccio e delle mani.

Ingrandendo questo piacere, e trasportandolo su un piano più elevato, credo che si ritroverà il piacere che ci riempie dinanzi a un’opera d’arte.

Noi non ci rendiamo più conto del gusto intellettuale che ci dà la pittura, quando esprime un volume sopra una superficie piana, o la scultura quando rende un movimento con l’immobilità.

Eppure si può dire che divengono arti in quanto hanno da integrare un moto, in quanto hanno da suggerire un aspetto mancante, in quanto eccitano, con tale resistenza, l’ingegno umano a superarla.

Non voglio concludere naturalmente che se

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