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mondi, visto uomini e cose nostrali e stranieri, paesi e istituzioni varie.
In ambedue rara potenza di tutti i sensi (l’odorato, il gusto, il tatto ritornano negli scritti di Dante e Sant’Agostino quanto le immagini visive e uditive).
In tutti e due immaginazione formidabile, che al tocco di un suono, di un atto accende una corrente elettrica di idee; in tutti e due voluttà di pensare e profondo senso religioso, in tutti e due dubbi e contraddizioni:
Sant’Agostino:
«Il mio cuore era spinto ora in una direzione, ora in direzione contraria.»
(Confessioni, libro V)
Dante:
«E quale è quei che disviuol ciò che volle
E per nuovi pensier cangia proposta
3Sì che dal cominciar tutto si tolle»
Inferno, II, 37-39
In tutti e due grandissima emotività, possibilità enorme di dolore e gioia, di passare dal pianto al riso:
Dante:
«Ma non può tutto la virtù che vuole,
E riso e pianto son tanto seguaci
3Alla passion, da che ciascun si spicca,
Che men seguon voler nei più veraci.»
Purgatorio, XXI, 105-108
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