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verecondo, ecc. e la precisa distinzione fra ciò che è bene e ciò che è male ecc.).
Bach e Dante hanno in comune anche questa parte del metodo, che è forse privilegio dei grandissimi: di non sfruttare le occasioni. Due artisti come Chopin e Musset vivevano artisticamente dei loro disastri pratici, sfruttavano il dolore volta per volta con un commercialismo inquietante. Tanto è vero che vedremo spesso Chopin partire con una bella frase in cui s’è sfogato lì per lì, e poi per continuare un pezzo che ormai non l’interessa più, accordare a quella frase un pezzo assolutamente banale. E’ l’arte sfogo.
Dante e Bach non fanno mai questo, anche se lo fanno talvolta apparentemente: la vita passa su loro ed essi la soffrono e la godono come semplici uomini. Quando l’adoperano artisticamente (e davvero allora tutta la vita forma sostanza della loro arte) essa è già trasformata in filosofia.
Dante era sopratutto un poeta. Poeti sono gli artisti che, quando scrivono, suonano, dipingono, interpretano, non pensano al lavoro in sè, ma a un sentimento più generale che li sorpassa. Il presentimento della poesia, in quelle opere, è come quello che si ha del mare, al fondo di una vasta pianura.
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