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contemplare gli sconosciuti. Si sente che Arnoux ha una vita per conto suo, completa, piena di avvenimenti, di passato, di passioni, e che quei due o tre gesti, per uno che lo conosca sanno di qualcosa; ma per Frédérique o per noi (giacché non guardiamo attraverso i suoi occhi) non sono che frammenti indecifrabili.

La prima nota che fa Dante su Virgilio è questa:

«Intendi me’ ch’io non ragiono»

Inferno, II, 36


In verità in quel momento il sentimento che ognuno avrebbe chiesto con più urgenza da una guida è l’intuizione.

Virgilio a Dante che aveva chiacchierato con molti fronzoli sulla sua indegnità di fare il viaggio, risponde: «Ti intendo1, hai paura...»

«L’anima tua è da viltà te offesa;
La qual molte fiate l’uomo ingombra
3Sì, che d’onrata impresa lo rivolve,
Come falso veder bestia quand’ombra.»

Inferno, II, 45-48


Da questo momento Virgilio acquista sull’animo del discepolo una definitiva autorità:

«Ahi quanto cauti gli uomini esser denno
Presso a color, che non vedon pur l’opra,
3Ma che entro i pensier miran col senno!»

Inferno, XVI, 118-120


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