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rità, riescirebbe una cosa troppo terrena, ma dall’altra toglie sapore alla cantica.
Chi ci perde più di tutti è Beatrice, che è schiacciata dai ragionamenti gravi che deve tenere:
«Secondo mio infallibile avviso,
Come giusta vendetta giustamente
3Punita fosse, t’hai in pensier miso;
Ma io ti solverò tosto la mente:
E tu ascolta: ché le mie parole
6Di gran sentenzia ti faran presente.»
Paradiso, VII, 19-24
«Intra duo cibi, distanti e moventi
D’un modo, prima si morria di fame
3Che liber’uom l’un si recasse a’ denti».
Paradiso, IV, 1-4
Così quando Dante rammenta il suo amore:
«Forse la mia parola par tropp’osa,
Posponendo il piacer degli occhi belli,
3Ne qua’ mirando mio disio ha posa.»
Paradiso, XIV, 130-132
«Come si vede qui alcuna volta
L’affetto nella vista, s’ello è tanto
3Che da lui sia tutta l’anima tolta;»
Paradiso, XVIII, 22-24 95
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