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che non riesce a ricordare le regole per trovar la circonferenza:

«Qual è il geomètra, che tutto s’afflige
Per misurar lo cerchio, e non ritrova,
3Pensando, quel principio ond’egli indige;
Tal era io a quella vista nuova...»

Paradiso, XXXIII, 133-136


Nel momento che vede la Rosa paradisiaca Dante si rappresenta come i pellegrini che vanno al tempio:

«E quasi peregrin, che si ricrea
Nel tempio del suo voto riguardando,
3E spera già ridir com’egli stea....»

Paradiso, XXXI, 43-45


Al momento in cui vede Dio si rappresenta come quei che sogna:

«Qual ö colui che somnïando vede,
E dopo il sogno la passione impressa
3Rimane, e l’altro alla mente non riede,
Cotai son io....»

Paradiso, XXXIII, 58-61


Al momento in cui entra nella stella sesta (quella dei principi giusti) egli si rappresenta come donna vergognosa che diventa franca:

«E quale è il trasmutare, in picciol varco
Di tempo, in bianca donna, quando il volto
3Suo si discarchi di vergogna il carco;
Tal fu negli occhi miei, quando fui volto,
Per lo candor della temprata stella
6Sesta, che dentro a sé m’avea ricolto».

Paradiso, XVIII, 64-69


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