Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/17


introduzione xiii

la Folla, il Potere lo esigono, non è che un miserabile mercenario dello spirito.

Molti deplorano oggi che nell’epoca più colta della storia nessuna autorità spirituale sussista più. Si dimentica che la «scienza» non basta a stabilire un’autorità spirituale; che occorre pure «la coscienza». L’autorità di decidere ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che è bene e ciò che è male, può essere riconosciuta soltanto a coloro che sono pronti a provare la verità, in cui dicono di credere, non solamente scrivendo libri, ma soffrendo. «Martire» non significa che «testimone». Il «martire» è il «testimone della verità», non coll’inchiostro o la parola, ma col dolore ed il sacrificio. Ed io avrei dovuto mettermi in contraddizione con la mia opera di trenta anni, infliggere a me stesso la più umiliante smentita, lodare ciò che avevo combattuto, combattere ciò che avevo lodato perchè il potere aveva cambiato di mano in seguito a un oscuro intrigo di palazzo? No, mai. Ma non tardai ad accorgermi che non ero solo nella lotta. Delle lettere anonime mi avvertirono. Esse dicevano, in sostanza: «noi non possiamo fare gran che contro di te, lo sappiamo, ma ci vendicheremo su tuo figlio, egli sarà l’ostaggio».

La congiura del silenzio, che la Contro-Riforma inventò per spegnere in Italia, dal sedicesimo al diciottesimo secolo ogni fiamma di pensiero è impotente contro una fama già fatta; ma può soffocare un giovane che ha bisogno di farsi conoscere. Al momento in cui stava per avviarsi, Leo vide sbarrate innanzi a sè tutte le strade: giornali, riviste, editori, teatri, sale di conferenze. Non s’è mai lagnato, ma ha atrocemente sofferto. Un’ombra di tristezza silenziosa avvolse e oscurò la sua gio-