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xii introduzione

zione: i sorrisi dell’ironia come gli argomenti della dialettica e il disdegno dell’astensione. Leo vide questo dispotismo organizzarsi, riprendere nei musei degli orrori tutti gli strumenti d’oppressione di cui s’erano serviti la Contro-Riforma, il regime napoleonico, la Restaurazione per imbavagliare l’Italia; e dapprima colpire le idee, che a lui erano care, poi scagliarsi contro la sua famiglia, contro suo padre ed infine contro lui stesso.

La seconda prova incominciava.


III.

Incominciò allora il più atroce strazio della mia vita, dopo quello della sua morte.

Quando il dispotismo parve definitivamente imporsi, io non esitai neppure un attimo, quanto a me ed al mio dovere. Penso che oggi uno scrittore non è che il più miserabile dei simoniaci, se non serve il vero almeno con probità. Noi viviamo in un’epoca in cui chi maneggia una penna può dimostrare tutto quello che vuole, poiché nessuno è tenuto più a giudicare nulla secondo un principio superiore e obbligatorio. Filosofi, giuristi, storici, poeti, romanzieri, giornalisti possono oggi giustificare tutto, anche il delitto; condannare tutto, anche la santità: basta che scelgano come unità di misura il principio che giustificherà le conclusioni alle quali vogliono arrivare. E Dio sa se la nostra epoca abusa di questa facilità, per sbiancare il nero e annerire il bianco!

Ma lo scrittore che cambia la unità di misura per giudicare il mondo, ogni qualvolta la Ricchezza,