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rono ricevuti prigionieri nel Castello di Trezzo1. Pare che la custodia di Orfeo fosse per alcun tempò assai mite, potendo egli conversare con chiunque, ma un ordine del 18 di agosto del 1480, impose al castellano di non lasciarlo quind’innanzi vagare per il forte, e di rimetterlo nel luogo in cui era da principio, o in altro dove non potesse godere sì fatto sollievo. Orfeo fu adunque cacciato in una dimora fredda ed umida, per guisa che avrebbe potuto di leggeri ammalarsi, ed è curioso il vedere un altro ordine ducale (23 di novembre) in cui, allegandosi appunto questo igienico motivo, si invita il castellano a lasciarlo girare per il forte, sebbene con buona guardia, a provederlo di un luogo decente per la notte, e a trattarlo anche in tutto il resto con riguardi. Finalmente (18 di aprile, 1481), a contemplazione della signoria di Firenze e del magnifico Lorenzo de’ Medici, il duca si determinò ad usargli clemenza e metterlo in libertà. Volle tuttavia ch’egli non dimorasse in Cremona, ma che, occorrendogli di trattenersi in qualche luogo per dar sesto a’ suoi affari, si recasse ad Anniata (nel Cremonese), a condizione di sgombrare insieme co’ suoi Agli maschi dal dominio ducale in quindici giorni, prendendo la via di Arezzo, nella qual città doveva trovarsi entro un mese, a far tempo dalla sua partita d’Anniata.

  1. Il Bombognini nel suo Antiquario della diocesi di Milano riporta testualmente la risposta di Vercellino alla duchessa Bona sull’aver ricevuto prigione que’ due personaggi.