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nostra posta, avendo i nemici jeri proveduto molto bene Malpaga. Questa matina vi abbiamo mandate alcune genti che l’hanno pigliata per forza, messa a saccomano, e finalmente abbruciata. I nemici sono già venuti a Ghede dentro la cerchia, e F hanno fortificata in modo che sarebbe impossibile snidarli. Noi siamo qui sulla campagna di Montechiari e tenteremo ogni via di tirarli in luogo dove sia loro forza di venire a fatto d’arme con noi. — Se non che, come impariamo dalle storie municipali, nessun rilevante fatto seguì, e le due parti belligeranti, sopragiunta la rea stagione, inviarono le milizie ai quartieri d’inverno.
Riprese le ostilità nel prossimo anno, il duca scrisse il 23 di genajo a! capitano del Monte di Brianza ed ai castellani di Trezzo e di Cassano, ingiungendo loro di appostare buone scolte nei luoghi più opportuni per respingere i nemici che designavano di passare a Pontirolo, e a quest’uopo avevano caricate sopra carra alcune navi. Quei castellani e Fermo da Landriano ricevevano poi (1° di marzo del 1453) lettere conformi, per le quali il principe li avvisava a ben premunirsi contro un connestabile dei nemici, chiamato Roberto da Tegna, dimorante a Treviglio. Erasi costui condutto nella precedente settimana con iscale e fanti alle Torrette di Trezzo per la via del rastrello, senza però riuscire a scalarle per la gran neve ed altre cagioni. Riposte adunque le scale, s’era egli ritornato a Pontirolo con animo di rinovare l’ardita prova, quanto più presto le nevi gliel permettessero.