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provisione ogni mese fiorini venticinque ad razione de soldi trentadoi per chadauno fiorino fino al beneplacito de la S. soa, et in caso che la prefata S. del conte gli torra et removera dieta provvisione al dicto Fermo, promette dicto Antonio che la S. del conte gli provvedara de uno officio condecente ad luy o di qualche altra cosa si che lo dicto Fermo resterà ben contento.
Tute et singole cose et capituli sopradicti l’una parte ad l’altra et l’altra ad l’una prometteno observare inviolabilmente et in cosa alcuna ullo nunquam tempore aliqua ratione, vel causa contrafare, et promette lo sopradicto Antonio al dicto Fermo per la excellentia del conte gli serra observati et mantenuti li sopradicti capituli ad unguem corno jaceno. Et in fede et magiore fermeza et chiareza de tute le sopradicte cose li sopradicti Antonio de Landriano nomine quo supra et Fermo da Landriano castellano ut supra se sonno sottoscripti in li presenti capituli de loro propria mano et sigillati de li loro consueti sigilli.
«Antonius de Landriano manu propria subscripsi.
«Ego Firmus de Landriano castellanus supradictus manu propria subscripsi.»
Lo Sforza non dimenticò questi patti. Conservasi tuttora una sua, data in Lodi (25 di giugno, 1450), con cui assegnò a Fermo un’annua provisione di duecento ducati d’oro sulle entrate ducali da essergli corrisposta in tre rate, duratura finchè il