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rieri a ritirarsi, quel corpo d’armati si spinse su Bonate inferiore.
I signori di Cremona, di Lodi, di Crema e i Colleoni di Trezzo, (1407) recatisi a Brescia presso Pandolfo Malatesta, conchiusero fra loro una lega per sette anni. Divenuto così il duca Giovanni Maria zimbello ora de’ Guelfi ora de’ Ghibellini, aveva ordinato che non si prestasse ajuto a Jacopo dal Verme, ma questi non curandosene entrò il 15 di febrajo nel Bergamasco con Ottobono Terzo, coi Veneziani, i signori di Mantova, Pandolfo Malatesta, e Gabrino Fondulo, dove si trattenne per 5 giorni, recando gravi danni ai Ghibellini. Ma ciò non bastando ai loro progetti, il 20 di febrajo, di ritorno da Bergamo, passarono pel ponte di Trezzo, d’accordo coi Colleoni, Jacopo dal Verme, ed Ottobono Terzi coi loro seguaci e si avanzarono sino al borgo di Vimercate. Nell’aprile quei di Trezzo presero il castello di Madone spettante alla famiglia Maldura, e, lasciatine liberi li abitatori, lo diroccarono. I Guelfi di Trezzo (10 di maggio) occisero il ghibellino Pietro della Corna e condussero prigioni tre uomini nel castello. Nel giorno di Pasqua poi (16 di maggio) 128 armigeri Trezzini diedero la scalata al castello di Osio inferiore e presero, tra li altri, Morlotto Muzo, che fu lasciato libero sei giorni dopo mediante lo sborso di 500 ducati. Il 6 di giugno i Trezzini abbruciarono la terra di Presezio.
Quando Facino riconciliato col duca se ne tornò