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sul Lodigiano. I Trezzini, ciò risaputo, uscirono fuori dal castello ed appiccato il fuoco alle bastite, e così distruttene quattro, costrinsero varj di que’ presidj a capitolare1. I Visconti fecero prigionieri Domenico e Bonifazio Franzolo e Giovanni della Volta, cui spogliarono di quanto avevano e condussero a Cassano, e un Giovanni fratello di Nocentino che sostennero a Trezzo, e poi lasciarono in libertà2.
Erasi in quei tempi chiamato a Milano per governatore del duca Carlo Malatesta da Rimini, fratello di Pandolfo, forse per consiglio di Jacopo dal Verme. La costui venuta irritò i Ghibellini, massime Francesco ed Antonio Visconti che si erano ritirati nel forte castello di Cassano d’Adda. Saputosi da questi due che il dal Verme coi suoi soldati al 23 d’agosto moveva da Milano per la via di Gorgonzola verso Vaprio, gli corsero dietro e raggiuntolo presso al Pozzo di Vaprio, attaccarono una Aera zuffa, sostenuti anche dai Colleoni, padroni del Castello di Trezzo. Jacopo dai Verme, ferito nel capo, dovette ritirarsi cercando uno scampo nella fuga. 117 di settembre, circa 300 tra cavalli e fanti di Trezzo invasero Sforzatica e ne abbruciarono un terzo, ma costretti dai ter-
- ↑ Il P. Celestino Colleoni nella Storia quadripartita di Bergamo, a pag. 287, racconta che nel Castello di Trezzo era vi ammassato pel valore di più di 100,000 fiorini d’oro.
- ↑ In quest’anno era referendario di Bergamo un Giacomino Isolano di Trezzo.